Così titola Il Gazzettino un articolo che descrive la situazione molto delicata nella quale si trovano le cartiere e di conseguenza tutte le aziende che utilizzano la carta come semilavorato: dalla stampa dei libri, riviste e quotidiani, fino al packaging, scatole e cartoni da imballaggio.
“Nell’ultimo semestre i prezzi sembrano impazziti. E gli approvvigionamenti scarseggiano. Le cartiere sono costrette a rifare tutti i conti con i costi della materia prima in aumento, l’energia alle stelle e il carburante ai massimi.” si legge nell’articolo, che poi continua: “Nel settore della carta grafica il problema è doppio: in Italia non ci sono più stabilimenti che la producono. Negli ultimi anni hanno tutti subito il fascino del fattore Amazon, dirottando i macchinari verso cartoncini e cartoni da imballaggio. Lo ha fatto anche il gruppo Burgo: prima con la Cartiera di Avezzano in Abruzzo, poi nel 2019 con quella di Verzuolo in Piemonte, la più grande d’Italia. Le forniture, quindi, devono arrivare giocoforza dall’estero. Con la ripresa dopo il blocco del Covid e la domanda in aumento, l’offerta ha iniziato a scarseggiare. E i costi della cellulosa a salire con riflessi sui prezzi anche del 20-30% nel primo semestre 2021. Poi con i rincari energetici sono letteralmente esplosi.
Secondo i dati raccolti, gli aumenti dei prezzi della carta sono molto variabili e toccano punte dell’80-90%.” Si arriva poi a decisioni drammatiche: il gruppo Pro-Gest (e non è l’unico), ha deciso di sospendere temporaneamente la produzione di carta nei suoi sei siti come conseguenza della guerra in Ucraina e dei prezzi dell'energia. La società ha reso noto che a seguito della rapida escalation delle spese da sostenere per il gas naturale (dieci volte superiore a dodici mesi fa), l'unico provvedimento sostenibile è interrompere temporaneamente la produzione di carta.
Assografici e Assocarta, confermano nell’ultimo comunicato stampa lo scenario complicato: “Shock energetico e mancanza materia prima: la stampa editoriale e commerciale e la produzione di packaging a forte rischio continuità produttiva.”
Dal comunicato si evince come le conseguenze del conflitto in Ucraina stiano rapidamente compromettendo la situazione dell’intera filiera. In particolare, la produzione di astucci in cartoncino per alimentare, farmaceutico, cosmetica è rallentata dalla carenza di carta e altre materie prime. Rischia così di venire meno la disponibilità di tutti i prodotti, che non possono essere commercializzati privi del loro packaging, anche quelli essenziali, come i farmaci, i beni alimentari, quelli per l’igiene personale.
Assografici insieme ad Assocarta e Acimga nella Federazione Carta e Grafica, uniscono le loro voci a quella di Confindustria richiedendo misure straordinarie e urgenti per affrontare l'emergenza, sia in sede Ue che da parte del Governo italiano.
Fonti: ilgazzetino.it, assografici.it, corriere.it